Mappa della pericolosità geomorfologica

La map­pa di peri­colosità geo­mor­fo­log­i­ca è sta­ta ottenu­ta incro­cian­do: i dati prove­ni­en­ti dal data­base IFFI; la map­pa di peri­colosità del P.AI.; il risul­ta­to di un’e­lab­o­razione orig­i­nale a par­tire dal­la dig­i­tal­iz­zazione degli orli di scarpa­ta (tramite orto­fo­to e car­ta delle pen­den­ze) com­bi­na­ta a un’anal­isi mor­fo­met­ri­ca tramite DTM (2m).

Il P.A.I. (http://www.sitr.regione.sicilia.it/pai/) sin­te­tiz­za le aree a prin­ci­pale peri­colosità geo­mor­fo­log­i­ca con la pre­sen­za di: 1 area a peri­colosità P4 (molto ele­va­ta), 9 aree a peri­colosità P3 (ele­va­ta) e 1 area a peri­colosità P1 (bas­sa).

Il prog­et­to IFFI (le cui car­tografie pos­sono essere visu­al­iz­zate all’indirizzo https://idrogeo.isprambiente.it/) iden­ti­fi­ca invece, oltre ad alcune aree già pre­sen­ti nelle car­tografie P.A.I., 3 frane a scivola­men­to rotazionale/traslativo su ter­reni ghi­aiosi, con­trasseg­nate da uno sta­to di attiv­ità di tipo qui­es­cente.
L’origine dell’instabilità è da ricon­durre all’azione del­la faglia di S. Leonardel­lo che delimi­ta le frane a ovest, lun­go la zona di coronamento.

In assen­za di dif­fuse prob­lem­atiche dovute a fenomeni di insta­bil­ità di ver­sante, il focus è sta­to sposta­to sull’individuazione delle porzioni di ter­ri­to­rio mag­gior­mente suscettibili a fenomeni di dis­tac­ca­men­to di mate­ri­ale roc­cioso, soprat­tut­to in occa­sione di even­ti sis­mi­ci di par­ti­co­lare inten­sità dovu­ti all’attività delle faglie attive pre­sen­ti. Lo stu­dio sulle scarpate parte dal­la dig­i­tal­iz­zazione degli orli, con l’ausilio di orto­fo­to e alcu­ni out­put derivati, come ad esem­pio la car­ta delle pen­den­ze, l’hillshade e le curve di liv­el­lo gen­er­ate a par­tire da un DTM a 2m.
Il prin­ci­pio alla base del­la creazione delle fasce di peri­colosità rel­a­tive alle scarpate è che il loro gra­do (e di con­seguen­za la loro esten­sione) aumen­ta all’aumentare dell’altezza delle stesse.
Sul­la base di questo cri­te­rio è sta­ta svilup­pa­ta una pro­ce­du­ra, autom­a­tiz­za­ta tramite la creazione di un appos­i­to tool, che va a cal­co­lare il dis­liv­el­lo mas­si­mo che inter­corre tra la zona più alta del­la scarpa­ta e la sua base, cre­an­do un buffer pro­porzion­a­to al val­ore calcolato. 

Infine, sono state incro­ciati tut­ti i dati a dis­po­sizione per creare un uni­co file (vis­i­bile in map­pa), che asseg­na un val­ore di peri­colosità pari a 1 ai poligo­ni derivan­ti dal cal­co­lo dei buffer a par­tire dagli orli di scarpa­ta. Per quan­to riguar­da gli altri poligo­ni è sta­to man­tenu­to il gra­do di peri­colosità iden­ti­fi­ca­to dal P.A.I., men­tre alle 3 frane pre­sen­ti solo nel­la car­tografia IFFI è sta­to asseg­na­to un val­ore di 2.

Clic­can­do in map­pa è pos­si­bile visu­al­iz­zare la tabel­la attribu­ti di ogni sin­go­lo poligono, andan­do a ver­i­fi­care il gra­do finale di peri­colosità e da quale fonte scaturisce.